Descrizione:
Il cronometro da marina in argento e ottone, montato in una doppia cassa di mogano, risale al 1850 circa. Sul quadrante reca la firma della ditta costruttrice, le insegne della regina, uno stemma con un'àncora, la scritta "Exhibition 1851" e il numero di serie. Le sigle "Parkinson & Frodsham" e "Change Alley London" sono incise anche sul retro del meccanismo. La sospensione è cardanica, lo scappamento a scatto di tipo Earnshaw e può mantenere la carica per 48 ore.
ISCRIZIONI/EMBLEMI/MARCHI/STEMMI/TIMBRI:
Posizione:
sul quadrante e sul retro del meccanismo
Definizione:
iscrizione
Descrizione:
Parkinson & Frodsham / Change Alley London / 3723
Posizione:
sul quadrante
Definizione:
stemma
Descrizione:
Insegne regali
Posizione:
sul quadrante
Definizione:
stemma
Descrizione:
Stemma con àncora e la scritta "Exhibition 1851"
Notizie storico-critiche:
Dei tre cronometri da marina presenti nel museo della Specola, è questo l'unico a essere riportato nell'inventario del 1873. Charles Frodsham realizzò numerosi strumenti, sia con il suo solo nome, che in società con Parkinson e con Keen a Liverpool. Il numero 3723 inciso sul quadrante permette di risalire alla data di fabbricazione, in quanto di poco successivo al 3688 dell'analogo cronometro dell'Osservatorio di Greenwich, datato intorno al 1840. In una lettera del 12 dicembre 1870, l'allora direttore della Specola, Jacopo Michez, nel rispondere alla richiesta dell'Ufficio Centrale Telegrafico "di stabilire, mediante apposito circolo elettrico, una comunicazione fra un orologio regolatore dell'Osservatorio medesimo ed altro orologio simpatico della Amministrazione Compartimentale dei telegrafi in Bologna", ricorda che "l'Osservatorio possiede un eccellente cronometro di Parkinson ed alcuni pur buoni orologi a cicloide, dei quali, con le debite osservazioni astronomiche, si determina frequentemente l'errore e si tiene un particolare registro che ne mostra il rispettivo andamento generale" (Arch. Dip. Astron. Bo., copialettere 1865-1873, p. 199). Poco prima del 1906 fu riparato - come si legge in Rajna (opera citata) - "dal signor Milani, abile orologiaio e macchinista dell'Osservatorio di Brera in Milano." Nel 1992 è stato revisionato da Leano Colliva di Bologna.