Descrizione:
Il globo celeste di Blaeuw ha le stesse fattezze di quello terrestre, è costruito in legno, gesso e cartapesta ricoperta di carta stampata e ha un diametro 68 cm. Il sostegno non è quello originale, ma fu probabilmente rifatto all'inizio dell'Ottocento.
APPARATO ICONOGRAFICO/DECORATIVO:
Tipo:
apparato iconografico-decorativo
Identificazione:
Le costellazioni sono rappresentate insieme con le loro figurazioni mitologiche e sono riprodotte anche quelle visibili soltanto sotto all'equatore. Equatore celeste ed eclittica sono evidenziati; disegni e figure sono di particolare finezza. I nomi delle principali costellazioni sono riportati, oltre che in latino, anche in greco e in arabo, come di consuetudine per l'epoca.
Notizie storico-critiche:
I globi del Blaeuw, costruiti a coppie, uno terrestre e l'altro celeste, conobbero 5 diverse edizioni, dal 1599 al 1638, anno della morte dell'autore. Secondo Matteo Fiorini, i globi bolognesi, essendo privi di data e dedica, appartengono senz'altro alla serie successiva all'edizione del 1622 - ultima serie che riportava la data - e sono posteriori anche al 1628, in quanto a tale anno appartiene una scoperta fatta sulle coste della Nuova Olanda (Australia Occidentale), a cui si accenna in una delle legende. Un esame accurato dei dettagli della costa occdientale dell'Australia (Hollandia Nova) e della Tasmania, permette di datare i globi al 1644 attribuendone quindi la paternità a Joan Blaeu (1596-1673), figlio di Willem,