Descrizione:
Il globo terrestre, dal diametro di 68 cm, è stato realizzato in gesso e cartapesta. Su di esso sono stati incollati 38 lembi di carta che corrispondono a 36 semifusi di 20° di ampiezza e a 2 orizzonti polari, meridiani e paralleli sono tracciati ogni 10°. Il sostegno non è quello originale, ma fu rifatto all’inizio dell’Ottocento.
APPARATO ICONOGRAFICO/DECORATIVO:
Tipo:
apparato iconografico-decorativo
Identificazione:
Molte figure popolano i continenti, mentre negli oceani troviamo rappresentati pesci, navi e una complessa raffigurazione allegorica di Nettuno sul trono. Sugli oceani sono tracciate le rose dei venti, con 32 direzioni che si prolungano in altrettante linee lossodromiche cui si accompagnano i nomi dei venti in lingua latina. Molti cartigli riportano fatti, viaggi e scoperte. Uno di essi, situato in corrispondenza del 50° di latitudine sud, tratta della scelta del primo meridiano, che allora passava per l’Isola del Ferro (El Hierro, Canarie).
Notizie storico-critiche:
I globi del Blaeuw, costruiti a coppie, uno terrestre e l'altro celeste, conobbero 5 diverse edizioni, dal 1599 al 1638, anno della morte dell'autore. Secondo Matteo Fiorini, i globi bolognesi, essendo privi di data e dedica, appartengono senz'altro alla serie successiva all'edizione del 1622 - ultima serie che riportava la data - e sono posteriori anche al 1628, in quanto a tale anno appartiene una scoperta fatta sulle coste della Nuova Olanda (Australia Occidentale), a cui si accenna in una delle legende. Un esame accurato dei dettagli della costa occdientale dell'Australia (Hollandia Nova) e della Tasmania, permette di datare i globi al 1644 attribuendone quindi la paternità a Joan Blaeu (1596-1673), figlio di Willem,