DESCRIZIONE:
Oggetto:
Modello di vascello di II rango a due ponti e da 74 cannoni. La presenza di tre fanali connota Le Vainqueur come nave ammiraglia. Lo scafo a fasciame è dipinto in rosso nell’opera morta mentre la polena è costituita da un leone rampante dorato. Il modello risale alla fine dl 600’ come si evince dall’attrezzatura, con albero di civada sul bompresso, mezzana e contromezzana quadra. Il vascello si presenta con tutte le vele serrate. Scotte e bracci di trevi fanno via a passascotte a due pulegge sovrapposte e con asse inclinato, obliquo rispetto alla verticale ma ortogonale alla direzione con cui si esercita lo sforzo.SCAFO. Il fasciame è dipinto in rosso, nell’opera morta rotonda e panciuta, nonché all’interno dello scafo. L’opera viva, sino alla chiglia si presenta di colore bianco. Sulla coperta vi sono 2 boccaporti per lo stivaggio delle merci ai ponti sottostanti. Uno dei boccaporti, è munito di 2 scale ed entrambi sono coperti da un’incastellatura. Tra il ponte di batteria e il ponte di coperta sono presenti altre scale. Inoltre, 2 barcarizzi sono posti in posizione di riposo ed aderenti alle murate, uno a bordo e l’altro e tribordo. Il cassero, è azzurro con decorazioni in oro; si accede tramite 7 aperture delle quali 3 sono sprovviste di portelli.ALBERATURE E VELE. L’albero di mezzana è provvisto di vela latina, pennone di contromezzana e belvedere; l’albero di maestra è provvisto di bassa gabbia, gabbia volante e velaccio quadre; il trinchetto è provvisto di parrocchetto, parrocchetto volante e velaccino; infine sul bompresso sono presenti civada e controcivada.POLENA. Si tratta di un leone rampante da collegarsi certamente al significato de "Le Vainqueur“, cioè “Il Vincitore“. Il leone intagliato, di color oro è inserito sul prolungamento dei braccioli, i quali terminano con una voluta dietro la testa dell’animale.CANNONI. I cannoni che costituiscono la III batteria sono disposti: 14 a babordo, 14 a tribordo e due a poppa. Nella II batteria sono 14 a babordo e 14 a tribordo, mentre nella batteria bassa ve ne sono 6 a babordo e 6 a tribordo. Globalmente sono 70; si tratta di cannoni a 4 ruote, in legno.ANCORE. Due ancore sono poste ai lati della prora. Si tratta di ancore a ceppo: il fuso è di sezione quadrata ed è rastremato verso l’alto. Il ceppo è costituto da materiale ligneo mentre le parti restanti sono in metallo.ARGANO. Sul ponte prodiero vi è l’argano di tonneggio con 6 barre fisse; normalmente sui vascelli le barre erano, quando non impiegate, sistemate sul tavolato del ponte a raggiera intorno all’argano.CAMPANA. E’ ubicata sul ponte prodiero.[la descrizione della poppa prosegue nel campo Osservazioni]
Funzione:
didattico-celebrativa
ISCRIZIONI:
Tecnica di scrittura:
a intaglio
Tipo di caratteri:
lettere capitali
Posizione:
cartiglio a poppa
Trascrizione:
LE VAINQUEUR
Notizie storico-critiche:
La galleria delle navi del Museo di Palazzo Poggi comprende dieci modelli di navi costruiti tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XIX. Tra questi beni si conserva anche il vascello Le Vainqueur.La galleria odierna ripropone la collezione della Camera della Geografia e della Nautica dell'antico Istituto delle Scienze, stanza creata nel 1724 grazie ad una donazione del marchese Marcantonio Collina Sbaraglia (1681/1744), nella quale confluirono carte geografiche, strumenti nautici e modelli in scala ridotta di vascelli e navigli (oggetti, in alcuni casi, già conservati presso l'istituto).Con l'avvento della Riforma napoleonica, nel 1802 i materiali vennero trasferiti all'Osservatorio astronomico della Specola, facente parte dello stesso complesso architettonico dove aveva sede l'istituto, Palazzo Poggi.In seguito, nel 1896, l'intera raccolta dedicata alla Geografia e alla Nautica, venne spostata ai Musei Civici di Bologna, dove rimase nascosta nei depositi, sino alla sistemazione nel 1937, presso il Rettorato dell'Università.Dal 2000, anno di apertura del museo, i modelli sono ritornati alla loro sede originaria, a Palazzo Poggi.Il modello riproduce un vascello a tre batterie complete, che il pontefice Clemente XI acquistò nel 1716, per metterlo a disposizione della Repubblica veneziana contro i Turchi; nel 1722 venne riparato e privato del suo terzo ponte. Questa modifica fa supporre che il modello possa essere stato realizzato proprio in quel giro d'anni (dal 1722 al 1731, quando giunse a Bologna), privo, come l'originale, del terzo ponte, nonostante alcuni elementi costruttivi (vedi campo DESO), suggeriscano una datazione più precoce, collocabile alla fine del XVII secolo.Il vascello venne donato nel 1731 dal Principe di Torella, nobile napoletano (da identificarsi probabilmente con Antonio Carmine Caracciolo, IV principe di Torella, 1692/1740), all'Istituto delle Scienze di Bologna. La busta 11 dei Diversorum (Camera e Materiale Scientifico) dell’Assunteria d’Istituto, riporta la spesa fatta per il trasporto da Napoli del vascello, le spese per l’incassatura e il trasporto dalla casa del principe sino alla nave, per un totale di 84 lire. Sono riportate anche le indicazioni del costo dell'intero percorso: dal trasporto da Napoli a Livorno, a quello da Livorno a Firenze e da Firenze a Bologna ed in ultimo i costi per togliere il modello dall’incastellatura all’interno della quale aveva viaggiato. Presente nell’inventario del 1744 relativo ai materiali della Camera di Geografia e Nautica, come modello di nave comune donato dal Principe di Torrella, posato su piede di legno e difeso da tele raccomandate a 4 ferri. Presente nell’inventario del 1776 nonché nell’inventario del 1843. Quest’ultimo relativo al Gabinetto Astronomico e redatto da G. Ceschi.L'esemplare è importante sia per la complessità costruttiva, sia per la maestria dell'esecuzione.