DESCRIZIONE:
Oggetto:
Il modello rappresenta una galera ordinaria a 26 remi della Marina dei Cavalieri di Santo Stefano: ha scafo lungo e sottile e sistema di remeggio a scaloccio, reso più efficace dall’elevato numero di vogatori ad una stessa bancata e dalla maggiore lunghezza del remo. Lo scafo poggia rendendo visibile la struttura interna. Nella sovrastruttura le zone di poppa e di prua sono unite dalla corsia, cui sono accostati i banchi e le pedagne inclinate verso prua. Ad ogni banco corrisponde un remo, legato al posticcio manovrabile da cinque rematori, come attesta il numero delle maniglie. Il modello possiede l’armamento caratteristico delle galere: nella rembata 4 cannoni, uno centrale di maggior calibro e diverse petriere sulle impavesate. La velatura è composta da vele latine a ferzi bianchi e azzurri, issate sugli alberi di trinchetto, maestra e mezzana. Sono presenti due stendardi e due bandiere con lo stemma dell’Ordine.Il modello, sicuramente d’Arsenale, fu utilizzato dai professori della Camera di Geografia e Nautica dell’Istituto delle Scienze come modello didattico. Ciò è attestato dalla presenza di numerose targhette cartacee che riportano le denominazioni di ogni singola parte della nave. La nomenclatura risulta più importante e visibile in corrispondenza della velatura, sulla quale è direttamente iscritta. Lo scafo è privo del fasciame per mettere in evidenza la struttura interna delle ordinate.Il posticcio è formato dai correnti, aggettanti sui fianchi della nave; dai gioghi, travi trasversali che collegano i correnti; dai baccalari, assi sporgenti dalla coperta, che sorreggono i corridoi esterni, lungo i quali corrono le impavesate. A poppa, la spalliera è composta da un largo spiazzo sopraelevato, sul quale i bandini sostengono la balaustra decorata da termi a bassorilievo, da pannelli dipinti e da due tritoni a tutto tondo che sorreggono la timoniera. La carrozza è sovrastata da un’armatura volta al cui vertice si trova la freccia, sorretta da due legni arcuati. Nella parte inferiore è situato il timone. L’alberatura è composta dagli alberi di maestra, trinchetto e mezzana, che sostengono rispettivamente: trinchettino, marabottina e artimone.Sul tribordo è situato uno scafo, fissato su cavalletti poggiati sulla coperta e collegati al posticcio ed ai banchi. Il fanale, riccamente decorato, è di proporzioni maestose sormontato dalla Croce dei Cavalieri, è situato sulla freccia. Sugli alberi di trinchetto e di mezzana si trovano due bandiere e sulle antenne di trinchetto e maestra due stendardi con le croci bianche in campo rosso.[la descrizione della prua prosegue nel campo Osservazioni]
Funzione:
didattico-celebrativa
ISCRIZIONI:
Tecnica di scrittura:
a inchiostro
Tipo di caratteri:
lettere capitali
Posizione:
vela albero di maestra/ vela albero di trinchetto
Trascrizione:
MARABOTTINO/ TRINCHETTINO
Notizie storico-critiche:
La galleria delle navi del Museo di Palazzo Poggi comprende dieci modelli di navi costruiti tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XIX. Tra questi beni si conserva anche la galera dei Cavaglieri di Santo Stefano, appartenuta a Ferdinando Cospi.La galleria odierna ripropone la collezione della Camera della Geografia e della Nautica dell'antico Istituto delle Scienze, stanza creata nel 1724 grazie ad una donazione del marchese Marcantonio Collina Sbaraglia (1681/1744), nella quale confluirono carte geografiche, strumenti nautici e modelli in scala ridotta di vascelli e navigli (oggetti, in alcuni casi, già conservati presso l'istituto).Con l'avvento della Riforma napoleonica, nel 1802 i materiali vennero trasferiti all'Osservatorio astronomico della Specola, facente parte dello stesso complesso architettonico dove aveva sede l'istituto, Palazzo Poggi.In seguito, nel 1896, l'intera raccolta dedicata alla Geografia e alla Nautica, venne spostata ai Musei Civici di Bologna, dove rimase nascosta nei depositi, sino alla sistemazione nel 1937, presso il Rettorato dell'Università.Dal 2000, anno di apertura del museo, i modelli sono ritornati alla loro sede originaria, a Palazzo Poggi.La galera fu donata al marchese Ferdinando Cospi (1606/ 1670), dal Gran Maestro dell'Ordine di Santo Stefano, fondato da Cosimo I nel 1561 con finalità militari e religiose. Il modello, cui è apposto lo stemma dei Medici al centro dello specchio di poppa, fu donato al Marchese Cospi, Gran Maestro dell’Ordine, ed è presente nell’Inventario del Museo Cospiano del 1677 redatto dal Legati. E’ citato dal Quincy nel 1741 come Galera dell’Ordine di Malta e negli inventari dei “Mobili e Strumenti della Camera di Geografia e Nautica" del 1744, 1776, 1798. E’ citato inoltre nell’Inventario del Gabinetto Astronomico del 1843, redatto dal Ceschi.L’erronea attribuzione all’Ordine dei Cavalieri di Malta fu determinata dalla somiglianza tra gli stemmi: croce bianca in campo rosso per l’Ordine Toscano e croce rossa in campo bianco per i Cavalieri di Malta.Venne utilizzata dai professori della Camera di Geografia e Nautica dell'Istituto dell'Scienze a scopo didattico: ne è testimonianza la presenza di numerose iscrizioni cartacee, che riportano le denominazioni di ogni singola parte della nave.Il modello fu probabilmente costruito all'arsenale di Pisa e lì conservato per i costruttori, come esempio di nave particolarmente riuscito, e per l'addestramento dei naviganti.