DESCRIZIONE:
Oggetto:
Sono rappresentate le ossa che costituiscono lo scheletro dell'avambraccio e della mano, viste dorsalmente. Fra le due ossa dell'avambraccio si individua la membrana interossea. Le dita appaiono leggermente flesse.Mensola in legno sagomata a fondo celeste su cui poggia un cuscino di tessuto imbevuto di cera nera.
Funzione:
didattica
Notizie storico-critiche:
Una descrizione del bene in esame viene fornita dalla stessa autrice, all’interno dei nove taccuini, successivamente trascritti nel “Catalogo delle preparazioni anatomiche…”, in cui si raccoglie l’elenco delle cere anatomiche, compiute in prima persona da Anna Morandi o assieme al marito Giovanni Manzolini (1700-1755).Questi stessi nove libretti furono acquistati dal conte Girolamo Ranuzzi nel 1771, per giungere dopo qualche anno, nel 1776, all’Istituto delle Scienze di Bologna.I manoscritti della Morandi costituivano un vero e proprio trattato di anatomia, ed i singoli capitoli venivano opportunamente ricopiati e allegati alle tavole che la ceroplasta spediva in tutta Europa.Il preparato trova rispondenza nella “Tavola Quarta” del capitolo “Preparazione Anatomica del braccio, della gamba, del piede”; è inoltre la stessa autrice a specificare che la serie dedicata agli arti è dovuta al lavoro congiunto col marito.Attraverso questa indicazione, la datazione del bene è orientativamente circoscrivibile al decennio che corre dal 1745 al 1755, anno di morte del marito Giovanni.Dopo tre anni di lavoro presso Ercole Lelli, celebre artista e ceroplasta favorito da Benedetto XIV, nel 1745 Manzolini aprì stabilmente presso la propria dimora uno studio-bottega assistito dalla talentuosa consorte. Già l’anno seguente il celebre medico Giovan Antonio Galli richiese alla coppia (e non all’affermato rivale Lelli), la produzione di una ventina di preparati ostetrici. In seguito i coniugi Manzolini ebbero una committenza ampia di livello europeo: la serie dei cinque sensi -la stessa oggi conservata al Museo di Palazzo Poggi- venne inviata sia alla Royal Accademy di Londra, sia al procuratore veneziano Alvise IV Mocenigo, futuro doge.Dopo la morte del marito, la Morandi cedette al senatore Ranuzzi, attraverso due vendite nel 1769 e nel 1771, la raccolta delle opere, gli strumenti di lavoro, l'aggiornatissima biblioteca ed i nove taccuini, come già menzionato. La collezione di Ranuzzi venne poi acquisita dall'Assunteria dell'Istituto delle Scienze nel 1776, a due anni dalla morte della Morandi. Soltanto un anno più tardi lo stesso Luigi Galvani pronunciò l'orazione "De Manzoliniana suppellectili" per salutare l'entrata dei pezzi nell'istituzione. Nel 1803, l'anno in cui lo studio bolognese si trasferì dall'Archiginnasio a Palazzo Poggi, il nucleo si trovava ancora esposto nella Camera Anatomica dell'Istituto delle Scienze (accanto alle opere di Ercole Lelli), mentre nel primo decennio del Novecento venne spostato presso l'Istituto di Anatomia Umana dell'università, fino al 2000, quando ritornò a Palazzo Poggi, dopo l’apertura del museo.