DESCRIZIONE:
Oggetto:
Il preparato raffigura due reni con i loro ureteri, le ghiandole surrenali e la relativa vascolarizzazione.La tavola polilobata originale a fondo blu con bordo e decorazioni dorate.
Funzione:
didattica
ISCRIZIONI:
Tecnica di scrittura:
a pennello// a biacca
Tipo di caratteri:
lettere capitali
Posizione:
al centro in alto
Trascrizione:
TAV I
Tecnica di scrittura:
a pennello// a biacca
Tipo di caratteri:
lettere capitali
Posizione:
in basso a destra
Trascrizione:
A L I
Notizie storico-critiche:
Il preparato anatomico in esame, riconducibile alla primissima attività ceroplastica di Ercole Lelli, risale al 1731, quando l'anatomico Lorenzo Bonazzoli commissionò al modellatore due sistemi renali, uno normale e l'altro patologico (vedi NCTN MPPEL008), da utilizzare durante le sue dimostrazioni anatomiche.Lo stesso Bonazzoli, nel corso della dissezione di un cadavere di un uomo ucciso da una "febbre maligna", "rinvenne i reni non separati, come sogliono essere, ma fusi, ed unentesi in un corpo in un certo qual modo ricurvo" (dal "De Bononiensi Scientiarum et Artium Commentarii, II, 1745, p. 141). Il 5 marzo del 1731 l'Assunteria dell'Istituto delle Scienze approvò l'idea di far riprodurre, per 60 lire bolognesi, il caso anomalo del rene a ferro di cavallo accompagnato dal suo corrispettivo sano, completati da Lelli entro il 6 settembre dello stesso anno.Fu grazie a questi modelli che il vescovo di Bologna Prospero Lambertini (1675-1758), durante una visita all'Istituto delle Scienze, osservandoli nella stanza di Storia Naturale dove erano conservati, meditò la realizzazione una stanza anatomica con i preparati in cera di Lelli, progetto che, attraverso alterne vicende, giunse a completamento alla fine del 1751.Successivamente l'intera collezione di Lelli, comprendente anche i due preparati anatomici del 1731, venne collocata nel 1827 (dopo la soppressione dell'Istituto delle Scienze e il trasferimento nella sua sede, Palazzo Poggi, dell'Università), presso il nuovo Gabinetto di Anatomia Umana, allestito dall'architetto Filippo Antolini e dal pittore Giuseppe Badiali in Palazzo Malvezzi Lupari. In seguito nel 1907, sotto la direzione di Giulio Valenti, il corredo anatomico venne spostato al primo piano dell'Istituto di Anatomia Umana Normale, fino al 2000, quando ritornò a Palazzo Poggi, dopo l’apertura del museo.Il bene è registrato negli inventari del 1766 (p. 2), e in quello successivo del 1815, alla voce sezione VII G, 21 tav. III.