DESCRIZIONE:
Codifica Iconclass:
25A5
Indicazioni sul soggetto:
carta grande delle navi di Claude Randon
Notizie storico-critiche:
Le stanze dedicate alla Geografia e alla Nautica del Museo di Palazzo Poggi comprendono 22 carte murali da parete, circoscrivibili ai secoli d'oro della cartografia europea, in particolar modo olandese, il XVII ed il XVIII. Tra questi beni si conserva anche la carta grande delle navi, una produzione francese del XVII secolo, compiuta dall'incisore d'oltralpe Claude Randon (1644/ 1704).L'allestimento odierno ripropone la collezione della Camera della Geografia e della Nautica dell'antico Istituto delle Scienze, stanza creata nel 1724 grazie ad una donazione del marchese Marcantonio Collina Sbaraglia (1681/1744), nella quale confluirono carte geografiche, strumenti nautici e modelli in scala ridotta di vascelli e navigli (oggetti, in alcuni casi, già conservati presso l'istituto all'atto della fondazione nel 1711).Con l'avvento della Riforma napoleonica, nel 1802 i materiali vennero trasferiti all'Osservatorio astronomico della Specola, facente parte dello stesso complesso architettonico dove aveva sede l'istituto, Palazzo Poggi.In seguito, nel 1896, l'intera raccolta dedicata alla Geografia e alla Nautica, venne spostata ai Musei Civici di Bologna, dove rimase nascosta nei depositi, sino alla sistemazione nel 1937, presso il Rettorato dell'Università.Dal 2000, anno di apertura del museo, le carte sono ritornate alla loro sede originaria, a Palazzo Poggi.La carta risulta registrata negli inventari dell'istituto del 1744 e del 1776, viene citata inoltre nell’inventario del Gabinetto Astronomico del 1843, redatto da G. Ceschi.Si può ipotizzare un uso didattico del bene, suffragato dalle precise descrizioni dei modelli e dal ricco apparato didascalico delle sezioni, cui però non è disgiunto un alto valore decorativo, in particolare nelle vedute, che rivelano una notevole padronanza tecnica ed abilità artistica dell’autore.Henri Sbonski de Passebon (1637/ 1705), capitano di galera della marina francese e progettista navale, fu l’ideatore e il committente della serie di modelli di navigli, incisa da Claude Randon e edita a Marsiglia da Laurent Bremond attorno al 1690.I nomi delle tre personalità citate sono presenti su tutte le 12 singole incisioni.La denominazione di “barca” si riferisce a galleggianti della capacità inferiore alle cento tonnellate, forniti di vele latine o auriche, usati per il piccolo traffico costiero, per la pesca costiera e per i servizi portuali o fluviali. Difficile coordinare la terminologia per il naviglio minore. In una serie di quadri di navi dipinte da Jean Jouve a Marsiglia, nel 1679, si vede una piccola unità militare francese, definita "polacre" cioè polacca, con coffe sia sulla maestra sia sulla mezzana, e vela latina al trinchetto. Infatti nella serie di Jouve troviamo una nave identica per scafo, ma con vele latine su tutti gli alberi, che viene chiamata barca. Ancora sono dette barche navi identiche alla polacca di Jouve sia nello scafo, sia nell’attrezzatura. Infine troviamo differenti tipologie di barche in tutti i maggiori porti del Mediterraneo fino alla costa atlantica.