DESCRIZIONE:
Codifica Iconclass:
25A24
Indicazioni sul soggetto:
Carta dell'Africa di Frederick de Wit
Notizie storico-critiche:
Le stanze dedicate alla Geografia e alla Nautica del Museo di Palazzo Poggi comprendono 22 carte murali da parete, circoscrivibili ai secoli d'oro della cartografia europea, in particolar modo olandese, il XVII ed il XVIII. Tra questi beni si conserva anche la Carta dell'Africa di Frederick de Wit, stampata ad Amsterdam dalla ditta Ottens, tra il 1719 ed il 1726.L'allestimento odierno ripropone la collezione della Camera della Geografia e della Nautica dell'antico Istituto delle Scienze, stanza creata nel 1724 grazie ad una donazione del marchese Marcantonio Collina Sbaraglia (1681/1744), nella quale confluirono carte geografiche, strumenti nautici e modelli in scala ridotta di vascellie navigli (oggetti, in alcuni casi, già conservati presso l'istituto all'atto della fondazione nel 1711).Con l'avvento della Riforma napoleonica, nel 1802 i materiali vennero trasferiti all'Osservatorio astronomico della Specola, facente parte dello stesso complesso architettonico dove aveva sede l'istituto, Palazzo Poggi.In seguito, nel 1896, l'intera raccolta dedicata alla Geografia e alla Nautica, venne spostata ai Musei Civici di Bologna, dove rimase nascosta nei depositi, sino alla sistemazione nel 1937, presso il Rettorato dell'Università.Dal 2000, anno di apertura del museo, le carte sono ritornate alla loro sede originaria, a Palazzo Poggi.Come si desume dagli inventari della donazione Collina Sbaraglia, il bene in esame pervenne all'Istituto delle Scienze nel 1726, assieme ad altre tre carte murali, che costituiscono una serie completa delle quattro rappresentazioni dei continenti, con caratteristiche iconografiche comuni.Nel 1711, dopo essere stato impiegato come calcografo presso la ditta di Frederick de Wit (1616/ 1698), Joachim Ottens (1663/ 1719) aprì una propria casa editrice ad Amsterdam.In seguito l'attività venne portata avanti da entrambi i figli di Ottens, Reiner (1698/ 1750) e Joshua (1704/ 1765), i quali furono inoltre editori di diverse carte murali dei de Wit (probabilmente possedevano alcune delle matrici di rame cedute dagli eredi).La carta in esame, infatti, pur essendo stata incisa, rivenduta e corretta da Frederick de Wit, come riferisce un'iscrizione latina posta alla base della rappresentazione geografica, venne successivamente stampata dai fratelli Ottens (informazione ricavata ugualmente da un'iscrizione: "Gedruckt tot Amsterdam By R. & J. Ottens", ovvero "stampato ad Amsterdam da...").La datazione della presente edizione si può circoscrivere tra il 1719, anno di scomparsa di Joachim Ottens, e il 1726, quando le quattro carte murali vennero spedite da Amsterdam a Bologna. Infatti le iniziali degli editori "R. & J. Ottens" sono indicate da Frabetti 1959 come quelle dei due figli del capostipite, Reiner e Joshua, rimasti soli alla guida dell'azienda famigliare dopo la morte del padre (il secondo genito aveva, però, all'epoca della successione soltanto 15 anni).Resta da segnalare che i quattro fregi a stampa, rispettivamente di Domenico Bonaveri e di Odoardo Fialetti, che incorniciano la carta murale sono un'aggiunta successiva, non presente nell'edizione originaria degli Ottens: non si hanno notizie riguardo al momento in cui l'apparato decorativo venne assemblato alla carta; certamente avvenne dopo l'arrivo all'Istituto delle Scienze nel 1726, anche se la presenza sui trionfi d'arme di Fialetti del timbro di Benedetto XIV, suggerisce che l'accorpamento possa essere stato compiuto successivamente tra il 1740 ed il 1758, gli anni del suo pontificato.