Descrizione:
La tavola rappresenta un cervello sezionato orizzontalmente nel quale l'asportazione della parte superiore permette di evidenziare i ventricoli laterali con al loro interno i plessi corioidei. a sinistra meglio definita la complessa trama vascolare che costituisce il plesso corioideo, e la sezione condotta ad un livello più basso consente di osservare l'estensione di queste formazioni vascolari.
Notizie storico-critiche:
G.Bettini modellatore anatomico nel 1850, lavorò per i diversi gabinetti sicuramente fino al 1882. i professori, direttori dei musei di anatomia, alla fine di ogni anno accademico, erano obbligati a certificare l'attività svolta durante l'anno dal modellatore e quindi a dare specifiche informazioni sui preparati e sul rendimento esecutivo del Bettini. dalle certificazioni conosciute, che vanno dal 1850 al 1882, risulta che il percorso lavorativo del Bettini fosse caratterizzato da una operosità multiforme. Questi, infatti, non si impegnò solo nella esecuzione di nuovi preparati in cera, ma anche in lavori di restauro "racconciando le preparazioni più antiche". Agli inizi, nel 1851, Bettini realizzò un numero inferiore alle dieci preparazioni prescritte dal regolamento del 1850, ma lo stesso Calori, direttore del museo di anatomia umana, fu testimone della lunga e difficile esecuzione che questi modelli anatomici richiesero, lodando l'abilità e l'impegno del Bettini, e ritenendo che questi avesse giustamente adempiuto ai suoi obblighi. Negli anni 1853-1854 il ceroplasta è accinto all'opera colossale dell'anatomia del cervello. cioè alla preparazione di modelli in cera enormemente ingranditi sull'anatomia del cervello umano. dal 1855 in poi realizza annualmente molti preparati, che superavano quelli stabiliti dal regolamento, ricevendo commissioni ed emolumenti straordinari anche dal Calori. Nel 1860 il Bettini eseguì lavori richiesti per l'ampiamento e la conservazione degli oggetti e dei preparati del gabinetto di anatomia comparata, diretto all'epoca da Cesare Taruffi. Tuttavia anche negli anni successivi si impegnò in lavori di restauro sia per il museo di anatomia umana sia per quello di ostetricia. in quest'ultimo nel 1871 terminò, sotto la direzione di G.B. Fabbri, il restauro delle antiche preparazioni in plastica che era stato intrapreso anni prima. Lo stesso Fabbri parla di un "restauro indaginosissimo, avendo avuto ridurre a terracotta una lunga serie di preparazioni, tutte in semplice terra cruda, seccate e colorite e che è riuscito di piena soddisfazione a tutti quelli che lo hanno esaminato." Con i suoi modelli anatomici Bettini sperimenta nuove tecniche di coloritura e di preparazione non solo in cera ma anche in scagliola, "applicando un nuovo metodo detto all'encausto greco" che rendeva i preparati pregiati sotto moltissimi aspetti".