DESCRIZIONE:
Codifica Iconclass:
61A
Indicazioni sul soggetto:
La scena rappresenta un gruppo di dame, sulla destra, sontuosamente vestite, che, a causa di un incendio, sono state evacuate dal castello di Edo, residenza dello shôgun Tokugawa e della sua corte. Le dame tengono in mano dei bastoni di legno, forse per esercitazioni di arti marziali. Dietro di esse si vede una squadra di pompieri, che trasportano contenitori pieni di acqua verso il luogo del'incendio. Si notino i tatuaggi sulle gambe e sulle braccia del pompiere nella stampa centrale: i pompieri appartenevano a diverse brigate, identificate, oltre che dagli stendardi (matoi), dai tatuaggi, appunto.
ISCRIZIONI:
Classe di appartenenza:
firma
Lingua:
giapponese
Tecnica di scrittura:
a incisione
Posizione:
in basso a destra
Trascrizione:
Yoshû Chikanobu hitsu (Pennello di Yoshû Chikanobu)
Classe di appartenenza:
data
Lingua:
giapponese
Tecnica di scrittura:
a incisione
Posizione:
in basso a destra
Trascrizione:
(anno 22 dell'era Meiji, febbraio)
Classe di appartenenza:
descrittiva
Lingua:
giapponese
Tecnica di scrittura:
a intaglio
Posizione:
in alto a destra
Trascrizione:
Onko Azuma no hana (Fiori di Edo nel passato) - Kyû shikka no sai okugata o-tachinoki (Evacuazione delle dame in occasione di un incendio accidentale)
Notizie storico-critiche:
Quest'opera fa parte di una serie di sette trittici, in cui l'autore raffigura scene del passato giapponese. Nel 1867 era caduta la dittatura militare del clan Tokugawa ed era stato restaurato, almeno formalmente, il potere imperiale (Restaurazione Meiji, 1868). Seguirono anni di grandi cambiamenti, di rapidissima modernizzazione e di massiccia occidentalizzazione: come risultato, il “vecchio” Giappone cominciava a essere guardato da lontano, spesso con nostalgia. Così, a partire dagli anni '80, diversi artisti giapponesi della xilografia pubblicarono serie di stampe che raffiguravano scene del passato.
Come recita il titolo, in questo trittico viene raffigurato uno dei frequenti incendi che funestavano la vita degli abitanti di Edo. La situazione è drammatica, ma l'agitazione e la confusione generale si trasformano in una festa di colori. A questo proposito, vediamo qui, come in altre stampe di quegli anni, una delle novità arrivate dall'Occidente, subito adottate dagli artisti ukiyo-e: nuovi pigmenti sintetici, soprattutto rossi e violetti, che risaltano per brillantezza e saturazione.
Le raffigurazioni di incendi sono frequenti nell'arte giapponese, sin dall'epoca medievale: ciò non sorprende, se si considera che le case erano fatte perlopiù di legno e di carta e di conseguenza gli incendi erano frequentissimi e spesso disastrosi.
Il titolo della serie e quello della stampa sono scritti in un cartouche tricolore in alto a destra. In basso a destra, è visibile, in nero sullo sfondo grigio, la firma dell'artista; accanto ad essa, un cartouche bianco riporta la data di pubblicazione (anno 22 dell'era Meiji, febbraio) e nome e indirizzo dell'editore.
Chikanobu fu allievo di Toyohara Kunichika. Lavorò come illustratore per i giornali e si specializzò in temi storici e ritratti di donne e bambini.