DESCRIZIONE:
Codifica Iconclass:
25A24
Indicazioni sul soggetto:
Carta geografica dell'Africa
Notizie storico-critiche:
Le stanze dedicate alla Geografia e alla Nautica del Museo di Palazzo Poggi comprendono 22 carte murali da parete, circoscrivibili ai secoli d'oro della cartografia europea, in particolar modo olandese, il XVII ed il XVIII. Tra questi beni si conserva anche la Carta dell'Africa di Willem Janszoon Blaeu, stampata a Pariginel 1678 da Alexis-Hubert Jaillot e composta da venti tavole unite e incollate su tela. L'allestimento odierno ripropone la collezione della Camera della Geografia e della Nautica dell'antico Istituto delle Scienze, stanza creata nel 1724 grazie ad una donazione del marchese Marcantonio Collina Sbaraglia (1681/1744), nella quale confluirono carte geografiche, strumenti nautici e modelli in scala ridotta di vascelli e navigli (oggetti, in alcuni casi, già conservati presso l'istituto all'atto della fondazione nel 1711).Con l'avvento della Riforma napoleonica, nel 1802 i materiali vennero trasferiti all'OsservatorioAstronomico della Specola, facente parte dello stesso complesso architettonico dove aveva sede l'istituto, Palazzo Poggi.In seguito, nel 1896, l'intera raccolta dedicata alla Geografia e alla Nautica, vennespostata ai Musei Civici di Bologna, dove rimase nascosta nei depositi, sino allasistemazione nel 1937, presso il Rettorato dell'Università.Dal 2000, anno di apertura del museo, le carte sono ritornate alla loro sedeoriginaria, a Palazzo Poggi. L’autore della carta, Willem Janszoon Blaeu, fu il capostipite di una delle piùpopolari famiglie di cartografi e stampatori olandesi del XVII secolo. Fu appassionato di studi matematici ed astronomici e soggiornò per circa due anni presso il famoso astronomo danese Tycho Brahe, nel suo osservatorio di Uranienburg. Tale esperienza segnò una tappa importante nella carriera del Blaeu che in seguito, tornato ad Amsterdam nel 1597, si segnalò dapprima come costruttore di globi, poi, come autore ed editore di carte geografiche e atlanti. L’azienda fu tenuta in grande considerazione dai contemporanei, tanto che nel 1633, pochi anni prima della sua morte, Blaeu fu nominato cartografo della Repubblica, incarico successivamente passato a suo figlio e a suo nipote. Inoltre, nel 1666, gli Stati Generali olandesideliberarono che le compagnie commerciali impegnate nei traffici con le Indie Orientali, potessero usare solo le carte nautiche redatte dai Blaeu, i quali, pochi anni dopo, ebbero l’incarico di supervisionare i giornali di bordo di tutte le navi. L’azienda, nonostante il grande incendio che distrusse la fabbrica nel 1672, continuò la propria attività fino al 1692. Bleau fu famoso non solo per l’attendibilità scientifica delle sue carte, ma anche per la raffinatezza delle decorazioni, servendosi degli incisori più abili del momento.La carta murale in esame fa parte di una serie di quattro incisioni (Asia-Africa-Europa-America, unitariamente conservate al Museo di Palazzo Poggi), edite in francese da Jaillot, che probabilmente possedeva alcuni rami dei Blaeu; era consuetudine, infatti, acquistare le matrici dei grandi incisori, per ristamparle aggiungendo eventuali varianti e relative indicazioni di responsabilità: il rame da cui venne tratta l'incisione in esame fu certamente rimaneggiato rispetto all'edizione originaria.L'indicazione autoriale di Willem Blaeu è accompagnata, sulla carta, dalla data 1669. Già morto dal 1638, il suo nome era rimasto legato alla produzione più tarda dell’azienda, naturalmente per motivi di prestigio.L’ampia didascalia che corre su tre lati della carta, redatta in latino e in francese, dovrebbe essere opera successiva dello stesso Jaillot, poiché esula dal modello cartografico generalmente usato da Blaeu per le carte murali o per le immagini dei suoi atlanti. La data 1678 a chiusura dell'iscrizione nel cartiglio, posto a destra nella zona superiore della rappresentazione geografica, permette la datazione precisa dell’edizione.È necessario ricordare che in un cartiglio posto specularmente a quello appena menzionato, si trova nuovamente la data del 1669, questa volta preceduta dal nome dello stampatore francese: probabilmente indica la prima edizione dell'opera, in seguito ristampata nel 1678.L’ipotesi di una elaborazione separata della didascalia dalla carta geografica è suffragata da diversi elementi. Innanzitutto dalla mancanza di un testo scritto, simile a quello in esame, come accompagnamento delle carte dell’Africa di Blaeu, per esempio nelle diverse edizioni dei suoi famosi atlanti. Di non minore importanza è che la redazione in francese, con traduzione in latino, presenta al termine del testo la dichiarazione dell’editore e del luogo di edizione francesi, cui è già dedicato appositamente un cartiglio, posto nell’angolo sinistro in alto della carta geografica. La didascalia si può, dunque, riferire ad una elaborazione con modifiche della carta africana di Blaeu, in occasione dell’edizione parigina di Jaillot.