DESCRIZIONE:
Codifica Iconclass:
46C21
Indicazioni sul soggetto:
Carta delle Navi
ISCRIZIONI:
Classe di appartenenza:
didascalica
Lingua:
francese
Tecnica di scrittura:
non determinabile
Tipo di caratteri:
corsivo
Posizione:
fascia superiore che circonda l’ammiraglia
Trascrizione:
A.Pieces de l’estambot. B. Pieces de l’estrave. C. Le brion. D. Pieces [de la guille]. E. La courb [e de l’] estambot. F. Les plates [...] arengues. G. Les varengues
Notizie storico-critiche:
Le stanze dedicate alla Geografia e alla Nautica del Museo di Palazzo Poggi comprendono 22 carte murali da parete, circoscrivibili ai secoli d'oro della cartografia europea, in particolar modo olandese, il XVII ed il XVIII. Tra questi beni si conserva anche la carta piccola delle navi.L'allestimento odierno ripropone la collezione della Camera della Geografia e della Nautica dell'antico Istituto delle Scienze, stanza creata nel 1724 grazie ad una donazione del marchese Marcantonio Collina Sbaraglia (1681/1744), nella quale confluirono carte geografiche, strumenti nautici e modelli in scala ridotta di vascelli e navigli (oggetti, in alcuni casi, già conservati presso l'istituto all'atto della fondazione nel 1711).Con l'avvento della Riforma napoleonica, nel 1802 i materiali vennero trasferiti all'Osservatorio astronomico della Specola, facente parte dello stesso complesso architettonico dove aveva sede l'istituto, Palazzo Poggi.In seguito, nel 1896, l'intera raccolta dedicata alla Geografia e alla Nautica, venne spostata ai Musei Civici di Bologna, dove rimase nascosta nei depositi, sino alla sistemazione nel 1937, presso il Rettorato dell'Università.Dal 2000, anno di apertura del museo, le carte sono ritornate alla loro sede originaria, a Palazzo Poggi.La carta risulta registrata negli inventari dell'istituto del 1744 e del 1776, viene citata inoltre nell’inventario del Gabinetto Astronomico del 1843, redatto da G. Ceschi.Si può ipotizzare un uso didattico del bene, suffragato dalle precise descrizioni dei modelli e dal ricco apparato didascalico delle sezioni, cui però non è disgiunto un alto valore decorativo, in particolare nelle vedute, che rivelano una notevole padronanza tecnica ed abilità artistica dell’autore /degli autori.Sulla base di evidenti affinità tecnico-stilistiche tra le incisioni di navi che compongono l'oggetto, è possibile ipotizzare l’attribuzione a Claude Randon, autore di due delle stampe in esame: l'insieme dell’ammiraglia e della scialuppa e la singola galeotta bombardiera. L'attribuzione all'incisore francese è stata ricavata dal volume ”Histoire de la Marine Francaise” di Claude Farrere (Parigi 1956). All'interno del testo sono state pubblicate le riproduzioni fotografiche di due incisioni navali identiche alle citate. Tali stampe, più leggibili, contengono sia il titolo, sia il nome dell’incisore. Randon fu apprezzato in particolare per le incisioni di reperti antichi, per le riproduzioni di dipinti seicenteschi e per i ritratti di uomini illustri.La datazione della singola incisione della sezione di vascello e di scialuppa si colloca tra gli anni settanta del Seicento (quando l'autore supera i 25 anni di età) e il 1704, ante quem dato dall'anno di scomparsa di Randon.