DESCRIZIONE:
Codifica Iconclass:
25A22
Indicazioni sul soggetto:
Carta geografica dell'Asia
ISCRIZIONI:
Classe di appartenenza:
didascalica
Lingua:
francese
Tecnica di scrittura:
non determinabile
Tipo di caratteri:
lettere capitali, corsivo
Posizione:
in alto, a destra
Trascrizione:
Part diverses fois scavoir l’an 1591.95.96. COEAUSSY l’an 1609 les Hollandois ont fait leus efforts par uic hardie entre rise de gagner les parties les plus Boreales d’Europe et de l’Asie non loing du pole artique pour trouve le chessin le plus court an Ray de Cathay et de Sines. Et parceque la situatio(n) de ces traits ne sont pas a (s) sez soigneuse (…..) mis devant le yeu pui que’elles ne sut (.) pas representes par un trait continuel, nous les avons volu mettre a part dans cette (….) table aux yeux du curieux impecteur.
Notizie storico-critiche:
Le stanze dedicate alla Geografia e alla Nautica del Museo di Palazzo Poggi comprendono 22 carte murali da parete, circoscrivibili ai secoli d'oro della cartografia europea, in particolar modo olandese, il XVII ed il XVIII. Tra questi beni si conserva anche la Carta dell'Asia di Willem Janszoon Blaeu, stampata a Pariginel 1685 da Alexis-Hubert Jaillot e composta da venti tavole unite e incollate su tela (è presente una colorazione marrone, compiuta a mano, per la delimitazione dei confini).L'allestimento odierno ripropone la collezione della Camera della Geografia e della Nautica dell'antico Istituto delle Scienze, stanza creata nel 1724 grazie ad una donazione del marchese Marcantonio Collina Sbaraglia (1681/1744), nella quale confluirono carte geografiche, strumenti nautici e modelli in scala ridotta di vascelli e navigli (oggetti, in alcuni casi, già conservati presso l'istituto all'atto dellafondazione nel 1711).Con l'avvento della Riforma napoleonica, nel 1802 i materiali vennero trasferiti all'Osservatorio astronomico della Specola, facente parte dello stesso complesso architettonico dove aveva sede l'istituto, Palazzo Poggi. In seguito, nel 1896, l'intera raccolta dedicata alla Geografia e alla Nautica, vennespostata ai Musei Civici di Bologna, dove rimase nascosta nei depositi, sino alla sistemazione nel 1937, presso il Rettorato dell'Università. Dal 2000, anno di apertura del museo, le carte sono ritornate alla loro sede originaria, a Palazzo Poggi.Gli olandesi furono i primi, nel corso del XVII secolo, ad intraprendere la consuetudine di appendere carte di grandi dimensioni alle pareti, costume che in seguito trovò diffusione nell'intera Europa. Stampate in più fogli e colorate a mano, le carte venivano montate su tela, dotate dei supporti per il sostegno a muro ed esposte nelle case. Lo testimoniano le minute e i libri contabili dei maggiori atelier cartografici, oltre ai numerosi dipinti di scuola fiamminga.L’autore della carta, Willem Janszoon Blaeu, fu il capostipite di una delle più popolari famiglie di cartografi e stampatori olandesi del XVII secolo. Fu appassionato di studi matematici ed astronomici e soggiornò per circa due anni presso il famoso astronomo danese Tycho Brahe, nel suo osservatorio di Uranienburg. Qui approfondì i fondamenti della cosmografia, della geografia, nonché la costruzione di strumenti astronomici e matematici. Tale esperienza segnò una tappa importante nella carriera del Blaeu che in seguito, tornato ad Amsterdam nel 1597, si segnalò dapprima come costruttore di globi, poi, comeautore ed editore di carte geografiche e atlanti. L’azienda fu tenuta in grande considerazione dai contemporanei, tanto che nel 1633, pochi anni prima della sua morte, Blaeu fu nominato cartografo della Repubblica, incarico successivamente passato a suo figlio e a suo nipote. Inoltre, nel 1666, gli Stati Generali olandesi deliberarono che le compagnie commerciali impegnate nei traffici con le IndieOrientali, potessero usare solo le carte nautiche redatte dai Blaeu, i quali, pochi anni dopo, ebbero l’incarico di supervisionare i giornali di bordo di tutte le navi. L’azienda, nonostante il grande incendio che distrusse la fabbrica nel 1672, continuò la propria attività fino al 1692. Bleau fu famoso non solo per l’attendibilità scientifica delle sue carte, ma anche per la raffinatezza delle decorazioni, servendosi degli incisori più abili del momento. La carta murale in esame fa parte di una serie di quattro (Asia-Africa-Europa- America, unitariamente conservate al Museo di Palazzo Poggi), edita in francese da Jaillot, il quale probabilmente possedeva alcuni rami dei Blaeu; era consuetudine, infatti, acquistare le matrici dei grandi incisori, per ristamparle aggiungendo eventuali varianti e relative indicazioni di responsabilità: il rame da cui venne tratta l'incisione in esame fu certamente rimaneggiato rispetto all'edizione originaria.L'indicazione autoriale di Willem Blaeu è accompagnata, sulla carta, dalla data 1679, riferibile alla prima pubblicazione dell'opera. Già morto dal 1638, il suo nome era rimasto legato alla produzione più tarda dell’azienda, naturalmente per motivi di prestigio.L’ampia didascalia che corre su tre lati della carta, redatta in latino e in francese, dovrebbe essere opera successiva dello stesso Jaillot, poiché esula dal modello cartografico generalmente usato dai Blaeu per le carte murali o per le immagini degli atlanti. La data 1685 posta in fondo alla didascalia permette la datazione precisa dell’edizione.