Descrizione:
Strumento formato da un arco metallico graduato verticale corrispondente a un quarto di cerchio di 97 cm di raggio. Al quadrante è associato un cannocchiale che scorre sul lembo graduato assieme a un nonio che consente di leggere il mezzo primo d'arco. Il piede in metallo conssite in quattro gambe munite di viti. Era presente in origine un circolo azimutale su cui lo strumento poteva ruotare.
Notizie storico-critiche:
Antonio Cagnoli (Zante 1743-1816), diplomatico della Repubblica Veneta, aveva fondato una specola privata a Verona, fornendola di strumenti di ottima qualità. Durante il cannoneggiamento cui Verona era stata sottoposta nel 1796, ad opera dell'esercito francese, la specola era stata gravemente danneggiata, per cui Napoleone fece acquistare gli strumenti superstiti e li divise fra l'Osservatorio di Bologna, quello di Brera e la Scuola del Genio. Così, nel 1801, per ordine del Direttorio della Repubblica Cisalpina, a Brera fu assegnata una macchina parallattica di Mégnié e a Bologna un quadrante mobile di 3 piedi parigini, (pari a 2,54 piedi bolognesi, ossia a. 97 cm circa) costruita dallo stesso artigiano. L'assegnazione è riportata nel foglio Strumenti provvisti dalla Repubblica Cisalpina (Reg. Spec. Ist. Naz. Scienze, vol XII, al 27 febbraio 1801, Arch. Dip. Astron. Bologna). Nell'inventario del 1843, redatto da Ceschi, si legge la descrizione del quadrante e degli accessori, purtroppo andati poi smarriti, che consistevano in: "Un riflettente che si unisce al cannocchiale dalla parte dell'obiettivo; una lanterna per illuminare il riflettente; una manetta a chiave per smuovere le viti del piede; quattro piccole piastre di ferro che si sottopongono alle suddette viti; una manizza di ferro per le altre viti; un vaso di latta che riceve la palla del perpendicolo." Il piede con i movimenti azimutali e il circolo graduato erano ancora esistenti nel 1935, come risulta da una fotografia fatta per illustrare il primo modello di telescopio a tasselli costruito da Guido Horn-d'Arturo (Pubblicazioni Oss. Astron. Bologna, III, p. 23, 1935). Tale foto sarebbe stata utilizzata in seguito come riferimento per la ricostruzione del piede, effettuata da G. Morigi nel 1988.