Descrizione:
Lo strumento prende il nome di quadrante per la forma a quarto di cerchio, mentre murale sta a significare che esso è fissato solidamente ad un muro. Il raggio è di 172 cm, circa 5 piedi e mezzo inglesi. Il cannocchiale è scorrevole lungo il lembo graduato, ed è dotato di oculare.
ISCRIZIONI/EMBLEMI/MARCHI/STEMMI/TIMBRI:
Posizione:
sul lembo
Definizione:
iscrizione
Classe di appartenenza:
firma
Trascrizione:
Jonathan Sisson London
Notizie storico-critiche:
Questo quadrante risulta il più antico interamente eseguito in un unico metallo, posto quindi al riparo dalle distorsioni che le variazioni di temperatura inducevano negli strumenti che, a lato dell'ottone, avevano parti strutturali in ferro. Sull'obiettivo dello strumento dei passaggi dello stesso artigiano londinese, ordinato contemporaneamente, si legge la data del 1739. Da una nota di mano di Eustachio Zanotti sul Reg. Sp. Ist. Scienze, vol. VII, alla data 16 agosto 1742 (Arch. Dip. Astron. Bo.) si sa che lo strumento entrò in quella data a far parte della strumentazione della Specola. Una accurata descrizione dello strumento e dei suoi accessori si trova nell'Inventario del 1843 di Gaetano Ceschi. Nel 1873 venne infine dichiarato del tutto fuori uso. Rimesso in stazione nel 1979 sul lato est del ricostruito muro meridiano, lo strumento reca sul lembo la scritta Jonathan Sisson London. Risulta dall'inventario del 1746 che il contrappeso era di piombo e non di "macigno". La lunga squadra di legno parallela al cannocchiale è originale, l'attacco al cannocchiale, il contrappeso di piombo ed il suo montaggio sono di restauro (G. Morigi, Bologna, 1979), così come gli altri organi fissati al muro. E' di restauro (1979) anche la vite micrometrica ed il torchietto di attacco al lembo del quadrante. L'accuratezza di realizzazione - sia tecnica che artistica - di questo strumento e degli altri fabbricati da Sisson, lo strumento dei passaggi e il quadrante mobile, fecero sì che venissero riportati, a modello di strumentazione astronomica, nelle tavole dell'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert.