DESCRIZIONE:
Oggetto:
Bocca da fuoco scomponibile composta da 8 doghe a sezione trapezoidale, accostate a formare la canna e avvolte da un insieme di 12 manicotti; il primo di questi, a partire dal fondo, è chiuso e costituisce la culatta; quello immediatamente vicino, più lungo, porta il focone racchiuso in un risalto a losanga; insieme a questo, altri tre manicotti di uguale diametro formano l’unico rinforzo, mentre altri 6 compongono la volata; il dodicesimo manicotto circonda la bocca e porta tre espansioni rettangolari forate, attraversate dalle estremità filettate di altrettanti tiranti longitudinali in ferro, sulle quali sono avvitati tre dadi quadrangolari; le estremità posteriori di tiranti, ripiegate a L si inseriscono in tre tacche presenti in un anello circolare sporgente al centro della faccia di culatta. I tiranti, oltre ad assicurare l’assemblaggio meccanico del complesso, vorrebbero anche garantire la tenuta ermetica della canna, forzando i manicotti uno contro l’altro.Scala del modello 1:4MISURE (ricostruite) DELL'ORIGINALE:Diametro di palla 70,5mmLunghezza convenzionale 1192mmLunghezza in diametri 17Diametro al focone 247mmDiametro agli orecchioni 212mmDiametro alla bocca 204mmSpessori in ottavi di diametro 10, 8, 7 e 1/2Calibro 74mmPortata teorica di palla 4 libbre italiane*Peso pezzo stimato 280 kgLunghezza totale 1264mm*Libbra teorica media italiana da 12 once pari a g 333, 00
Funzione:
studi di balistica
Notizie storico-critiche:
L’attribuzione di questo modello sperimentale a un falcone corto da montagna è dovuta a considerazioni di compatibilità verso un teatro operativo che non consentirebbe l’impiego di pezzi di maggior calibro; inoltre, fa riferimento ad un modellino scomponibile di tale categoria, conservato nel Museo Nazionale d’Artiglieria a Torino (inv. 831 T19) e frutto di un’invenzione (anni Trenta del XVIII secolo) dell’ingegnere militare piemontese Giuseppe Bertola, che ne fece costruire alcuni esemplari reali impiegati durante la guerra di successione austriaca. Il nostro modello, composto da più elementi, doveva invece presentare notevoli problemi di tenuta dei gas lungo tutta la canna ed è pertanto molto probabile che non abbia conosciuto un’applicazione pratica.