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VERTEBRATI/ MAMMIFERI/ bovino

Tipo scheda: BNZ
Livello ricerca: C
CODICE UNIVOCO:
Codice regione: 08
Numero catalogo generale: 00693081
Ente schedatore: UNIBO
Ente competente: S261
OGGETTO:
Definizione: VERTEBRATI/ MAMMIFERI/ bovino
Indentificazione: esemplare
Codice lingua: ita
Tipologia contenitore: vetrina
Denominazione collezione: Collezione di Anatomia Patologica e Teratologia Veterinaria
SISTEMATICA:
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Artiodactyla
Famiglia: Bovidae
Genere: Bos
Specie: Bos taurus
Autore e anno specie: Linnaeus, 1758
ALTRI DATI:
Età: F
LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA ATTUALE:
Stato: ITALIA
Regione: Emilia-Romagna
Provincia: BO
Comune: Ozzano dell'Emilia
COLLOCAZIONE SPECIFICA:
Tipologia: università
Qualificazione: pubblica
Denominazione: Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie - DIMEVET
Complesso monumentale di appartenenza: Università degli Studi di Bologna - Alma Mater Studiorum
Denominazione spazio viabilistico: Via Tolara di Sopra, 50
Denominazione struttura conservativa: Collezione di Anatomia Patologica e Teratologia Veterinaria
Specifiche: Arm. 28571 Ant. Vetrina 3 da sx piano 3
INVENTARIO:
Denominazione: I0SMA
Data: 2024
Numero: 2730
Denominazione: Marcato
Data: 2007
Numero: 536
Denominazione: Ercolani
Data: 1841
Numero: 478
MISURE:
Unità: cm
Spessore: 19,5
Specifiche: supporto h 52cm largh 23,5cm
DESCRIZIONE:
Oggetto: Bos taurus - 2 feti incarcerati nell'utero
Notizie storico-critiche: Due feti bovini morti e rimasti lungamente nell'utero fino a ridursi in mummie consunte e quasi diseccate. Questo pezzo singolare fù regalato dal Vet: Selleri accompagnandolo colle seguenti notizie. Nella mattina del 10 Ottobre 1840 fù il detto veterinario chiamato dal Colono Luigi Monterumesi di Liano, socio del sig. Michele Majotti, agente di casa Bansi, perchè visitasse una vacca che da qualche tempo appariva inferma e frequentemente si metteva in attitudine di emettere le urine senza che, il più delle volte, questo avesse luogo. L'inquietudine dell'ammalata, la leger tensione dell'addome, il dolore che provava al medesimo, i frequenti conati di urinare e l'alterazione febbrile del polso, fecero sospettare di incipiente infiammazione all'apparecchio uro-pojettico, per cui si praticò un salasso generale che fù rinnovato parecchie ore dopo con notabile alleviamento del male; nel giorno 12 però terzo di malattia, calmati come si è detto i sintomi flogistici e durando i frequenti ed'inani conati di urinare, volle il veterinario assicurarsi dello stato della vescica urinaria esplorandola per la strada della vagina. Non trovando né calore molto ardito né tumore alla regione della vescica si diresse colla mano esploratrice verso l'utero, la bocca del quale fù trovata ben aperta, e straordinariamente dilatato ed assottigliato nelle sue pareti anche il collo medesimo. Fù facile quindi l'inoltrarsi nella di lui cavità e deviando alcun poco a destra sentì esistere entro l'organo stesso un corpo irregolare, molto duro e pesante che si accinse ad'estrarre. Volendolo afferrare colla mano s'accorse che era inviluppato da sottile membrana e fù sicuro trattarsi di feto morto nell'utero e racchiuso ancora nei suoi inviluppi, senza però che questi fossero distesi da alcun liquido: laceratisi facilmente afferò colla mano la mole informe e dura che contenevano e che a grave stento portò fuori per le strade naturali. Si vide in allora che erano due feti i quali pervenuti a certo grado di sviluppo e morti entro l'utero, eransi poi incarcerati nel destro corno dell'utero, e compresi e fasciati dalle di lui pareti eransi in modo singolare assieme raggruppati ed in forza dell'assorbimento si erano anche distrutti non solo gli umori degli involucri ma gran parte ancora dei tessuti molli dei feti stessi, come avviene costantemente in somiglianti casi e come lo dimostrano molti altri preparati simili esistenti in Gabinetto. Fatte in allora delle ricerche sopra questo animale da un contadino di Castel Guelfo che ne era primo possessore, si seppe che diciotto mesi inanzi la vacca era stata coperta e la gravidanza era proceduta regolarmente fin quasi all'ultimo mese compiuto, anzi eransi manifestati anche gli indizi di un parto prossimo: questo però non avendo avuto luogo dopo pochi giorni l'animale si rimise in calma, il ventre diminuì notabilmente ed in breve tempo fino a riacquistare quasi la mole ordinaria e come lo è fuori del periodo della gravidanza: fù rimessa al lavoro e venduta, ne diede più indizio di mal essere se non all'epoca sopracitata e nella quale si fece la descritta operazione. Estratti i feti insieme uniti fu forza staccare ed'asportare anche gli inviluppi che non si poterono conservare perchè mangiati da un cane. L'animale in pochi giorni si rimise completamente. Fino ad'ora non si è potuto sapere se fosse gravida per la 1a. volta.
STATO DI CONSERVAZIONE:
Data: 2024
Stato di conservazione: buono
CONDIZIONE GIURIDICA:
Indicazione generica: proprietà Ente pubblico non territoriale
Indicazione specifica: Università degli Studi di Bologna - Alma Mater Studiorum
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA:
Genere: documentazione allegata
Tipo: fotografia digitale (file)
Codice identificativo: APTV2730
Citazione completa: Marcato, P. S., La Patologia Veterinaria nel Museo "Alessandrini - Ercolani" dell'Università di Bologna, Bologna, Bononia University Press, 2007, p.
SPECIFICHE DI ACCESSO AI DATI:
Profilo di accesso: 1
Motivazione: scheda contenente dati liberamente accessibili
COMPILAZIONE:
Data: 2024
Nome: Ravaglia, Virna
Referente scientifico: Morini, Maria
Funzionario responsabile: Manzelli, Valentina