DESCRIZIONE:
Oggetto:
Bos taurus - 2 feti incarcerati nell'utero
Notizie storico-critiche:
Due feti bovini morti e rimasti lungamente nell'utero fino a ridursi in mummie consunte e quasi diseccate. Questo pezzo singolare fù regalato dal Vet: Selleri accompagnandolo colle seguenti notizie. Nella mattina del 10 Ottobre 1840 fù il detto veterinario chiamato dal Colono Luigi Monterumesi di Liano, socio del sig. Michele Majotti, agente di casa Bansi, perchè visitasse una vacca che da qualche tempo appariva inferma e frequentemente si metteva in attitudine di emettere le urine senza che, il più delle volte, questo avesse luogo. L'inquietudine dell'ammalata, la leger tensione dell'addome, il dolore che provava al medesimo, i frequenti conati di urinare e l'alterazione febbrile del polso, fecero sospettare di incipiente infiammazione all'apparecchio uro-pojettico, per cui si praticò un salasso generale che fù rinnovato parecchie ore dopo con notabile alleviamento del male; nel giorno 12 però terzo di malattia, calmati come si è detto i sintomi flogistici e durando i frequenti ed'inani conati di urinare, volle il veterinario assicurarsi dello stato della vescica urinaria esplorandola per la strada della vagina. Non trovando né calore molto ardito né tumore alla regione della vescica si diresse colla mano esploratrice verso l'utero, la bocca del quale fù trovata ben aperta, e straordinariamente dilatato ed assottigliato nelle sue pareti anche il collo medesimo. Fù facile quindi l'inoltrarsi nella di lui cavità e deviando alcun poco a destra sentì esistere entro l'organo stesso un corpo irregolare, molto duro e pesante che si accinse ad'estrarre. Volendolo afferrare colla mano s'accorse che era inviluppato da sottile membrana e fù sicuro trattarsi di feto morto nell'utero e racchiuso ancora nei suoi inviluppi, senza però che questi fossero distesi da alcun liquido: laceratisi facilmente afferò colla mano la mole informe e dura che contenevano e che a grave stento portò fuori per le strade naturali. Si vide in allora che erano due feti i quali pervenuti a certo grado di sviluppo e morti entro l'utero, eransi poi incarcerati nel destro corno dell'utero, e compresi e fasciati dalle di lui pareti eransi in modo singolare assieme raggruppati ed in forza dell'assorbimento si erano anche distrutti non solo gli umori degli involucri ma gran parte ancora dei tessuti molli dei feti stessi, come avviene costantemente in somiglianti casi e come lo dimostrano molti altri preparati simili esistenti in Gabinetto. Fatte in allora delle ricerche sopra questo animale da un contadino di Castel Guelfo che ne era primo possessore, si seppe che diciotto mesi inanzi la vacca era stata coperta e la gravidanza era proceduta regolarmente fin quasi all'ultimo mese compiuto, anzi eransi manifestati anche gli indizi di un parto prossimo: questo però non avendo avuto luogo dopo pochi giorni l'animale si rimise in calma, il ventre diminuì notabilmente ed in breve tempo fino a riacquistare quasi la mole ordinaria e come lo è fuori del periodo della gravidanza: fù rimessa al lavoro e venduta, ne diede più indizio di mal essere se non all'epoca sopracitata e nella quale si fece la descritta operazione. Estratti i feti insieme uniti fu forza staccare ed'asportare anche gli inviluppi che non si poterono conservare perchè mangiati da un cane. L'animale in pochi giorni si rimise completamente. Fino ad'ora non si è potuto sapere se fosse gravida per la 1a. volta.