ISCRIZIONI:
Classe di appartenenza:
documentaria
Tecnica di scrittura:
a penna
Posizione:
verso- al centro- etichetta antica lacerata
Trascrizione:
[190]. […]3[…]
Classe di appartenenza:
documentaria
Tecnica di scrittura:
a penna
Posizione:
verso- al centro
Trascrizione:
500
Notizie storico-critiche:
Ulisse Aldrovandi (1522-1605), medico e docente dello Studium di Bologna, commissionò, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta del ‘500, la realizzazione di un complesso di matrici xilografiche, una parte delle quali - 1822 legni – si conserva attualmente presso il Museo di Palazzo Poggi a Bologna (l’altra metà si trova nei depositi della Biblioteca Universitaria). Le xilografie raffigurano specie vegetali e animali e molte di esse sono derivazioni da tavole acquerellate, precedentemente richieste da Aldrovandi ad artisti come Giovanni Neri (attualmente questa splendida collezione è presente nei 17 volumi di acquerelli della Biblioteca Universitaria, consultabili on-line). Tramite l’operato di diversi disegnatori - principalmente Cornelius Schwindt, ma anche Lorenzo Benini - le rappresentazioni venivano riportate su legno di pero e successivamente intagliate grazie al lavoro di incisori, quali Augusto Veneto (attivo nel 1585) e Cristoforo Coriolano (dalla fine del 1586). Proprio quest’ultimo artista accompagnerà Aldrovandi per gran parte del grandioso progetto di trasmissione e divulgazione della sua opera: nacquero in tal modo le illustrazioni per i 13 volumi della Storia Naturale. L’intero complesso di matrici non riuscì ad essere interamente stampato durante la vita di Aldrovandi: il naturalista, infatti, riuscì a vedere pubblicati solo i tre volumi dedicati all’ornitologia e quello sugli insetti; gli altri furono editi grazie alla cura dei suoi collaboratori. In seguito alla morte del medico, il suo museo, le sue matrici e la sua biblioteca furono trasferiti presso il Palazzo Pubblico di Bologna, fino al 1742, anno in cui vennero portati presso l’Istituto delle Scienze di Palazzo Poggi.
Nel catalogo FileMaker si ipotizza che questa matrice, come altre, sia stata commissionata dallo stesso Bartolomeo Ambrosini, curatore dell'opera a stampa postuma Monstrorum historia (1642). L'esecuzione della xilografia dovrebbe dunque risalire indicativamente a quell'epoca (i termini cronologici costituiscono solo un'indicazione generica, non essendo attualmente disponibili riferimenti certi). Bartolomeo Ambrosini (Bologna 1588-1657), medico, naturalista, prefetto dell'Orto botanico dell'Universita di Bologna dal 1620 al 1657, curò diverse edizioni postume della Storia Naturale di Aldrovandi tra i quali l'opera citata, il De quadrupedibus digitatis, la Serpentum et draconum historia e il Musaeum metallicum.
Di seguito si riporta dal catalogo FileMaker:
'Incisione risalente all'epoca della pubblicazione; Ambrosini scrive (p. 498): "Praeterea anno elapso, nempe anno supra millesimum, & sexcentesimum quadragesimo, mense Maij, dum haec scriberemus, pervenit Bononiam quidam mendicus aetatis annorum viginti, natus in agro Ariminensi, nomine Antonius, qui manum alteram valdè monstrosam, altera tamen integra, ab utero matris reportavit, & fortassis ob rationem non valdè diversa ab illa, quam retulit Levinius in tuberosa puellae manu[s] namq[ue] in hac etiam contrectanda manu, trest tantummodo digitiusq[ue] ad secundum articulum, quamvis retorti, & diminuti eruperant, reliqui verò digitorum articuli intra pellem tuberosae manus simùl concreti tactu deprehendebantur, hanc igitur pronè, & supinè delineari curavimus, ut Lector perpendere, & admirari possit, quas foedicates in foetibus Natura impedimentis stimulata procreet. H[a]ec manus monstrosa pronè depicta in icone IIII.& eadem supinè effigiata in icone V.demonstratur. Schenchius quoq[ue] meminit monstrosae, & horrendae manus".